C’è la mano di un giovanissimo videomaker di Canosa, Giuseppe Manodritta, alla regia di “Me ne andavo da quella Roma…(reloaded)” un videoclip con un cast stellare che presenta la nuova versione rimusicata della storica poesia “Mamma Roma addio” di Remo Remotti poeta, attore e umorista nel centenario dalla sua nascita. 

Il progetto, direzione artistica di Tommaso “Piotta” Zanello, unisce alcune delle voci più conosciute della scena romana contemporanea: Carlo Verdone, Carl Brave, Alessandro Mannarino, Valerio Mastandrea, Ditonellapiaga, Daniele Silvestri, Luca Barbarossa ed Emanuela Fanelli ed è disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 16 novembre scorso.

“La mia passione per il cinema comincia sin da piccolo, con le videocassette Disney che ricevevo di regalo dai miei parenti. – racconta Giuseppe Manodritta – Inizialmente ero orientato verso la recitazione e a settembre 2019 mi trasferisco a Roma per studiare Arti e scienze dello spettacolo all’università Sapienza. Pochi mesi dopo, torno a Canosa per via della Coronavirus. Durante una delle lezioni online, Ermete Labbadia parla a noi studenti di una sezione speciale nel suo Festival di Lenola (LT) “Inventa un film”: una selezione di cortometraggi girati in casa, costretti dal covid. Non avendo nessun regista in casa, ho interpretato la parte principale nel mio corto “Quaresima” e ne ho curato anche regia e montaggio. Quell’esperienza mi è servita per capire che forse con la regia mi sarei divertito di più che con la recitazione. Ad oggi ho girato cinque cortometraggi ma questo non era ancora sufficiente per capire in che modo affermarmi come regista. 

Visto che, a meno che non si faccia un’accademia da regista, nessuno ti dà l’attrezzatura e i soldi per fare un cortometraggio o un film, ho dovuto trovare da solo la mia strada. Nel 2022, appena laureato, ho lavorato come assistente operatore nei telegiornali Rai: allestivo le luci, sistemavo i microfoni sugli intervistati, montavo i servizi da mandare in onda. Per quanto distante dal mondo del cinema, quell’esperienza mi ha aiutato a capire le basi del videomaking. Subito dopo ho avuto l’occasione di lavorare su due set cinematografici. Ho svolto il ruolo del video assist, ovvero gestivo i monitor che servono al regista e al direttore della fotografia per guardare la scena e l’inquadratura. Niente di più lontano da quello che fa un regista ma anche quell’esperienza mi è servita per capire come ci si muove su un set, i tempi, i ritmi e i problemi.

Tornato a Roma dopo l’ultima esperienza da video assist avevo più o meno capito cosa servisse per fare il regista e ho iniziato a fare videomaking: spot promozionali, foto di backstage sui set, videoclip. Qualcuno potrebbe obiettare sul mio percorso e forse avrebbe ragione ma quando non fai parte di istituzioni o accademie devi trovare la tua strada da solo. Nel mio percorso ho avuto tanti mentori che mi hanno aiutato a capire quali svolte prendere per arrivare al mio obiettivo. Tra questi ci sono Federico Greco, regista e Mariella Venturini, responsabile di produzione. Senza di loro, oggi, la mia breve storia sarebbe molto diversa.

Il videoclip di “Me ne andavo da quella Roma” è stato il progetto più importante a cui abbia lavorato finora. Essere regista di un cast eccezionale che può vantare, tra gli altri, Carlo Verdone, Valerio Mastandrea ed Emanuela Fanelli è stato un privilegio affidatomi grazie a tutto il lavoro che avevo svolto prima: fare dei cortometraggi a zero budget aiuta a capire ma anche a mostrare agli altri la propria visione. La casa di produzione Mismaonda a cui é stato commissionato il lavoro da Federica Remotti e Luisa Pistoia e il direttore artistico del progetto Piotta sono stati davvero preziosi nell’affidarmi la completa libertà artistica per la creazione del video, ispirato dalle parole di Remo Remotti che meglio di chiunque altro ha saputo mettere in luce la bellezza e le difficoltà di vivere a tutto tondo una città come Roma. Questo progetto per loro significa molto, quindi la loro fiducia nei miei confronti vale ancora di più.

Giuseppe Manodritta con Emanuela Fanelli © Canusium Chronicles

Le mie principali fonti di ispirazione sono Stanley Kubrick, Sergio Leone, Mario Bava e David Lynch per quanto riguarda il loro approccio al cinema e la capacità di osare. Non sono maestri da copiare ma punti di partenza per arrivare a un proprio modo di fare cinema. Tra l’altro, nemmeno Mario Bava e Sergio Leone avevano iniziato come registi.

Adesso sto scrivendo un altro cortometraggio sulla seconda Guerra Mondiale a Canosa vista dagli occhi di un’infermiera e sto completando il montaggio del mio ultimo lavoro. Un documentario sulla festa patronale di San Sabino a Canosa, su come le diverse generazioni vivono la festa e la propria vita, su come, nonostante si parli da 60 anni della questione meridionale, tanti come me siano ancora costretti a emigrare per realizzarsi.

Sabino D’Aulisa © Canusium Chronicles 16 dicembre 2024

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