Ha fatto molto discutere, qui in Italia, quanto successo negli Stati Uniti durante una conferenza in diretta televisiva di Trump sui risultati delle Presidenziali. Ad un certo punto il presidente ha iniziato a definire il vantaggio elettorale di Biden frutto di numerosi brogli che hanno permesso allo sfidante di superarlo negli scrutini, senza però offrire alcuna prova su quanto stava dicendo.

Tutti i grandi network americani collegati in diretta, ad iniziare dalla CNN, hanno inizialmente trasmesso dei sottopancia in cui spiegavano al pubblico che le accuse di Trump non avevano alcun fondamento, poi, constatando che il presidente reiterava le sue accuse, hanno sospeso la diretta e sono tornati a trasmettere dai propri studi televisivi spiegando cosa stava accadendo.
Nei giorni seguenti tutti i media americani hanno evidenziato e smontato ad una ad una le accuse di Trump sui presunti brogli spiegando dettagliatamente i motivi per cui erano false. Qui il fact checking della CNN.

E in Italia? La stampa nazionale normalmente indulge nel riportare acriticamente tutte le dichiarazioni dei politici di primo piano, rinunciando a priori a spiegare ai propri lettori l’infondatezza di talune affermazioni. Sono i lettori, autonomamente, a farsi carico di valutare quanto fondate possano essere determinate dichiarazioni. Inoltre capita, purtroppo molto spesso, che notizie provenienti dall’estero, ma non solo, vengano pubblicate senza fare le dovute verifiche che ogni giornalista è tenuto a fare prima della pubblicazione, e che ad una successiva verifica risultino false. Alle volte le testate che le hanno diffuse ammettono l’errore, altre volte pubblicano la notizia corretta evitando di spiegare che è la correzione di un’altra data in precedenza. Insomma, siamo ancora lontani dal modello di stampa anglosassone (purtroppo sono rimasti in pochi anche lì) che della verifica e della correttezza delle sue pubblicazioni ne fa una questione di principio. Qui l’eclatante storia di una non notizia proveniente dal Brasile data male, con annessa strumentalizzazione dei no vax, e gestita peggio.
Al fine di consentire a quante più persone possibile di districarsi all’interno di una massa crescente di news non attendibili, l’AGCOM l’Autorità Garante nelle Comunicazioni ha sul suo sito una pagina dedicata ai siti di fact checking italiani ed internazionali.

Inoltre, cercando in rete, si trovano diversi siti di fact checking, i più affidabili (basato sulla valutazione di utenti ed esperti) sono: bufale.net, butac (bufale un tanto al chilo), David Puente, ora in forza a Open, il giornale on line di Enrico Mentana. Il miglior sito di debunking è Disinformatico, mentre sulla verifica delle teorie pseudoscientifiche si può consultare CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze). Infine il blog di Paolo TuttoTroppo “combatte l’analfabetismo funzionale con un approccio nuovo, insegnando al lettore ad usare la logica e diventare fact-checker di se stesso.”
Insomma, la rete viene indicata come la maggiore dispensatrice di fake news e abbiamo visto che non è così e ogni giorno siamo tempestati di notizie, sia sui giornali che on line o in tv, molte di queste sono poco accurate se non proprio false. Ma resta la rete l’unica risorsa per verificarne l’accuratezza e la veridicità .
11 novembre 2020 | © Canusium Chronicles