Il 29 marzo 1979 arriva nei negozi di tutto il mondo Breakfast in America, sesto album in studio dei Supertramp.
Questo invito all’ascolto potrei chiuderlo anche qui. Breakfast in America è l’album pop per eccellenza: per oltre un anno ha stra-dominato le classifiche di dischi, è stato ascoltato in tutte le radio del pianeta. Nel 1980 in tutto il mondo probabilmente non esisteva persona che non avesse ascoltato almeno una delle canzoni del disco.
L’album raccontava l’America ordinaria, lontana dai lustrini di certa narrazione in voga all’epoca e forse ancora oggi. L’America vista da cinque ragazzi inglesi che si erano trasferiti lì, alla ricerca del successo commerciale dopo aver prodotto due dischi che ebbero un discreto successo “Crime of the Century” nel 1974 e “Crisis? What Crisis?” nel 1975. Cercavano il successo planetario partendo dalla terra del sogno: ci riuscirono al secondo tentativo. Nel 1977 pubblicarono “Even in the Quietest Moment”, nel 1979 “Breakfast in America”: 18 milioni di dischi venduti.
Dicevo l’album pop per eccellenza. Arrivava alla fine di un decennio musicale che aveva conosciuto i fasti del progressive, l’hard rock, la new wave, il punk ma anche la disco. “Breakfast in America” è probabilmente il capostipite dell’easy listening: produzioni musicali di grandissimo livello qualitativo, dischi che trattavano temi all’apparenza poco impegnati ma, che ad un ascolto attento, rivelavano storie più complesse suonando in modo meraviglioso.
L’esempio di questa dicotomia è il brano che ha trainato il disco ovunque “The Logical Song”
When I was young, it seemed that life was so wonderful,
a miracle, oh it was beautiful, magical
and all the birds in the trees, well they’d be singing so
happily, joyfully, playfully watching me
But then they send me away to teach me how to be
sensible, logical, responsible, practical
And they showed me a world where I could be so
dependable, clinical, intellectual, cynical (..)
(..) Now watch what you say or they’ll be calling you a radical,
liberal, fanatical, criminal
Won’t you sign up your name, we’d like to feel you’re
acceptable, respectable, presentable, a vegetable!
La title track è la presa in giro degli stereotipi, la sua immagine plastica è sicuramente la copertina del disco: New York vista del finestrino di un aereo al posto dei grattacieli scatole di corn flakes, contenitori di ketchup e mostarda e la Statua della Libertà raffigurata da una cameriera con un bicchiere di succo di arancia al posto della torcia.
I´m a winner, I´m a sinner
Do you want my autograph
I´m a loser what a joker
I´m playing my jokes upon you
While there´s nothing better to do
In un album così non possono mancare le canzoni d’amore, ma anche qui è un amore sofferto, probabilmente già finito, scandito dalle note malinconiche di un sassofono.
It doesn’t matter what I say
You never listen anyway
Just don’t know what you’re looking for
Imagination’s all I have
But ever then you say it’s bad
Just can’t see why we disagree
Non poteva mancare la chiusura col botto. Child of Vision, quasi una suite (7’28”) in cui risuonano gli echi prog del periodo inglese della band.
10 brani, 46 minuti di puro piacere che spesso mi fanno compagnia in qualche viaggio. Nel mondo della musica per mettere insieme 10 pezzi perfetti quasi sempre è necessario fare un Greatest Hits, i Supertramp ci sono riusciti con un album di inediti. Ritornando al tema del racconto dell’America, è un disco ideale da ascoltare in autostrada, di sera, sognando di viaggiare sulle highways americane.
29 marzo 2021 © Canusium Chronicles
Traking List
Lato A
Gone Hollywood 5’19”
The Logical Song 4’10”
Goodbye Stranger 5’50”
Breakfast in America 2’39”
Oh Darling 4’02”
Lato B
Take the Long Way Home 5’08”
Lord Is It Mine 4’09”
Just Another Nervous Wreck 4’25”
Casual Conversation 2’58”
Child of Vision 7’28”