Siamo abituati a leggere quasi ogni giorno delle difficoltà e/o inefficienze della Regione Lombardia nella gestione dell’emergenza epidemiologica in corso. A molti però sfugge che un’altra regione sta facendo peggio: la Puglia. Per avere un quadro della drammatica situazione che stiamo vivendo basta guardare la tabella seguente in cui ho raccolto i dati del monitoraggio giornaliero dal 26 marzo al 9 aprile: gli ultimi 15 giorni. Ho raccolto il numero dei nuovi contagiati, il tasso di positività rispetto al numero di tamponi effettuato, raffrontandolo col tasso nazionale, ed il numero di decessi. I dati sono presi dal Bollettino Epidemiologico giornaliero della Regione Puglia e dal monitoraggio nazionale. Considerando che la regione è in zona rossa dal 15 marzo scorso, il periodo preso in considerazione avrebbe dovuto mostrare un miglioramento degli indici ma, purtroppo, non è così.

I numeri sono impietosi, 24.588 nuovi positivi e 459 decessi. Presi così nella loro crudezza questi numeri dicono meno di quello che appare. E’ inquietante notare il tasso di positività che risulta essere tra il doppio ed il triplo del tasso nazionale. Detto in termini semplici in Puglia il virus circola da due a tre volte in più del resto d’Italia nonostante il numero di tamponi sia mediamente inferiore alle altre regioni d’Italia in rapporto alla popolazione: in Puglia non si va mai oltre i quindicimila tamponi giornalieri con una media intorno agli 11/12 mila. In rosso sono riportati i giorni festivi ed è immediatamente evidente il crollo di tamponi eseguiti il lunedì successivo, martedì considerando il Lunedì dell’Angelo (il 5 aprile).
Non va meglio sul fronte vaccinazioni. Secondo il monitoraggio di YouTrend, aggiornato al 5 aprile, la Puglia si piazza all’ultimo posto.

L’indice è calcolato combinando cinque parametri:
1 – La percentuale di dosi utilizzate sul totale delle dosi ricevute (peso: 10%);
2 – La percentuale di ospiti delle RSA vaccinati (peso: 10%);
3 – La percentuale di soggetti over 80 vaccinati (peso: 40%);
4 – La percentuale di soggetti nella fascia 70-79 anni vaccinati (peso: 20%);
5 – L’accelerazione delle vaccinazioni rispetto alla settimana precedente (peso: 20%).
Cosa ci dice, quindi, questo indice? Più si avvicina a 100, più una data regione avrà portato avanti la campagna vaccinale con efficacia. Per ogni regione, pertanto, l’indice permette di misurare l’andamento della campagna vaccinale non in termini assoluti, ma relativi, permettendo un confronto proprio con le altre regioni. Qui l’indice aggiornato settimanalmente, la metodologia utilizzata per il calcolo e la fonte dei dati.
In Puglia mentre sul fronte vaccinazioni nelle RSA il dato è molto buono, confermato dall’azzeramento di focolai nelle strutture; nella media per gli over 80 che hanno ricevuto la prima dose; è assolutamente negativo per quel che riguarda la fascia 70-79 anni: solo il 3% aveva ricevuto la prima dose al 5 aprile scorso. Considerando che stiamo parlando di una delle fasce di età dall’elevatissimo tasso di mortalità in caso di contagio è di tutta evidenza che a questo ritmo continuerà a crescere il numero di decessi tra i più fragili.
E’ un dato ancor più negativo se consideriamo che la nella nostra regione sono state somministrate il 75% di dosi disponibili: significa che si è pensato a vaccinare altre categorie di soggetti a discapito dei più anziani e fragili. Nè è incoraggiante il modesto +3% di aumento delle dosi somministrate nella settimana presa in considerazione.
Non va meglio con il contact tracing, il principale argine alla diffusione dei contagi. Per avere un’idea delle difficoltà incontrate nel tracciare i contatti dei contagiati dai Dipartimenti di Prevenzione pugliesi, storicamente sottodimensionati in quanto a personale, basta prendere in esame una dichiarazione dell’assessore regionale alla Sanità. Lopalco il 15 febbraio scorso rivelava «Stiamo monitorando il problema della variante inglese. Per il momento abbiamo trovato una proporzione di casi di variante rispetto al totale dei positivi che è tra il 15 e 16 per cento, però essendo un virus più contagioso abbiamo paura che nelle prossime settimane possa prendere il sopravvento come accaduto in altre regioni.» Previsione puntualmente confermata. Tra gli allegati all’Ordinanza regionale n. 102 si legge che “I dati riportati nella relazione tecnica ISS mostrano che, in Regione Puglia, con riferimento alla survey condotta in data 16 marzo 2021, è stimabile una prevalenza della Variante lineage B.1.1.7 (inglese) pari al 92,9% dei campioni esaminati, la seconda più elevata tra tutte le regioni dopo la Valle d’Aosta.” In un mese si è passati dall’incidenza del 15/16% della variante inglese sul totale dei contagiati al 92,9%.

Un’ultima annotazione: la Puglia è stata inserita in zona rossa il 15 marzo scorso, ad oggi a distanza di 25 giorni non si notano riduzioni nell’incremento di contagi tant’è che l’Ordinanza del Ministro della Salute che dal 12 aprile prevede una nuova “colorazione” delle regioni lascia la Puglia in zona rossa. La Lombardia, per dire, da rossa passa in arancione.
Con questi numeri uscire dalla zona rossa e pensare di tornare ad una vita un pò più normale è un mero esercizio di ottimismo.
9 aprile 2021 © Canusium Chronicles