È passata completamente inosservata una notizia che intere generazioni di canosini sognavano da quasi un secolo: l’avvio dei lavori di riqualificazione dell’edificio “Mazzini” per poter accogliere in una sede prestigiosa il Museo di Canosa.
Indice dei contenuti
- Una nuova storia: il Museo nella scuola Mazzini
- Il progetto
- Piccola nota a margine
- La storia dell’istituzione di un Museo a Canosa
Una nuova storia: il Museo nella scuola Mazzini
A seguito di un fruttuoso dialogo con il Comune di Canosa, Amministrazione Morra, un’ampia porzione dell’edificio scolastico “Mazzini”, per un totale di circa 3.170 metri quadri, è stata concessa in comodato d’uso gratuito per 50 anni alla Direzione regionale Musei Puglia per ospitare la nuova sede del Museo Archeologico Nazionale di Canosa di Puglia.
La nuova sede, decisamente più ampia di Palazzo Sinesi, consentirà di sviluppare il racconto della della storia della città, testimoniata da reperti unici, in spazi adeguati ed accessibili a tutti.
Il nuovo Museo si doterà di depositi idonei, spazi per ospitare attività culturali e didattiche, laboratori per il restauro e lo studio dei materiali conservati. Sarà un luogo vitale di riferimento culturale ed esperienziale sia per la comunità canosina che per studiosi, visitatori e turisti.
Il progetto
L‘avvio dei lavori è previsto a febbraio 2024 e il finanziamento stanziato dal Ministero della Cultura ammonta a complessivi 7.100.000 (sette milioni centomila) euro. 1.800.000 euro sono previsti per la verifica del rischio sismico, riduzione delle vulnerabilità, restauro e miglioramento dell’accessibilità. 1.300.000 euro per l’adeguamento funzionale dei vani dell’edificio ad uso laboratori, aule didattiche e multimediali. I restanti 4.000.000 di euro per il completamento dei lavori di rifunzionalizzazione della porzione dell’edificio “Mazzini” da destinare a sede del Museo.
Il Museo si estenderà sulle quattro superfici che costituiscono l’edificio: parte del piano seminterrato sarà destinata a depositi, alcuni dei quali a vista, laboratori, esposizioni temporanee e uffici. Parte del primo livello sarà destinata all’accoglienza, spazi per esposizioni permanenti e temporanee, laboratori, spazi per eventi e uffici. Parte del secondo e del terzo livello saranno esclusivamente dedicate ad esposizioni permanenti e temporanee. Naturalmente ogni livello sarà servito da ascensore e dotato di servizi igienici anche per disabili. La restante parte dell’edificio non occupata dal Museo continuerà ad essere utilizzata dall’Istituto Comprensivo “Bovio – Mazzini” per le attività scolastiche.





Piccola nota a margine
Il costante ed encomiabile lavoro dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale ha permesso di riportare in Italia, a seguito di indagini particolarmente complicate, tantissimi reperti archeologici di straordinaria qualità e bellezza esportati illegalmente all’estero. Questi reperti sono il frutto dell’incessante opera di tombaroli che negli anni, con scavi illegali, hanno sottratto la nostra storia per venderla al miglior offerente. Sono centinaia, stima per difetto, i reperti di manifattura canosina certa dei quali non è più possibile stabilire il luogo di ritrovamento. L’auspicio è che queste ceramiche, prodotte nell’antica Canusium, rientrino a Canosa, nei nuovi spazi del Museo Archeologico Nazionale, in una mostra permanente dedicata alla “Ceramica di Canosa”.
Sarebbe un piccolo ristoro per una città che negli ultimi duecento anni ha visto tesori di enorme valore sottratti al suo patrimonio per essere esposti in musei e collezioni private di tutto il mondo.
Di seguito una galleria di immagini tratte dal catalogo della mostra “La memoria ritrovata – Tesori recuperati dall’Arma dei Carabinieri” allestita al Palazzo del Quirinale a Roma dal 23 gennaio al 16 marzo 2014. Sono tutte ceramiche attribuite alla produzione di botteghe dell’antica Canosa.







Qui il catalogo della mostra con le didascalie dei reperti esposti.
La storia dell’istituzione di un Museo a Canosa
L’esigenza di un Museo che potesse accogliere l’immenso patrimonio archeologico dell’antica Canusium nasce nella seconda metà dell’800 quando vennero scoperti alcuni tra i più importanti ipogei canosini: Monterisi Rossignoli, Lagrasta, l’Ipogeo del vaso di Dario andato poi perduto (si pensa sia ubicato nel sottosuolo di un insediamento produttivo presente nell’area industriale di via Cerignola). Tutti gli straordinari corredi funerari di questi ipogei furono dispersi in diversi musei italiani (Napoli e Taranto su tutti) ed esteri privando la città di parte della sua storia. L’esigenza di una “casa” in cui ospitare i reperti archeologici canosini si accentuò agli inizi del ‘900 a seguito di altre importanti scoperte archeologiche: tra queste l’Ipogeo Varrese e la Tomba degli Ori per citarne solo alcune.
Il 25 novembre 1933, esattamente 90 anni fa, “con deliberazione podestarile, fu istituito il Museo Civico di Canosa, ubicato dal 10 febbraio 1934 a Palazzo di Città in via Sabina, con l’intendimento di raccogliere, sistemare e conservare il materiale archeologico rinvenuto e da rinvenire durante gli scavi del territorio di Canosa. Il Podestà dell’epoca, su richiesta del Soprintendente al Museo di Taranto, provvide alla nomina del direttore del Museo nella persona del notaio Gaetano Maddalena, coadiuvato dal prof. Ugo Garofalo, impiegato comunale. Il Museo Civico di Canosa fino al periodo della seconda guerra mondiale si arricchì di moltissimi reperti archeologici rivenienti dagli scavi in corso, ma soprattutto rivenienti da donazioni di intere collezioni di emeriti cittadini, tra i quali lo stesso Direttore, notaio Maddalena. A seguito del bombardamento aereo del 6 novembre 1943 il Palazzo di città e con esso il Museo furono gravemente danneggiati, per cui l’Amministrazione Comunale dell’epoca dispose il recupero di tutti i reperti archeologici conservati, per depositarli in casse da custodire nel magazzino del Comune. Nell’immediato dopoguerra, per la mancanza di una sede idonea del Museo, molti reperti archeologici rinvenuti in quell’epoca venivano rilevati e depositati temporaneamente nel Museo Nazionale Archeologico di Taranto. Solo nel 1961, su iniziativa del sindaco pro tempore, il Museo Civico fu riordinato in altri locali dello stesso Palazzo di Città. Nel 1966 fu nominato direttore del Museo Civico il prof. Giuseppe Morea che si preoccupò della catalogazione e sistemazione di tutti i reperti archeologici con il concorso della Soprintendenza di Taranto, favorendo così la riapertura al pubblico delle sale del Museo.” È un estratto della relazione del Sindaco Morra allegata alla Deliberazione di Consiglio Comunale del 27 febbraio 2020 che ha determinato di concedere in comodato d’uso gratuito una porzione dell’edifico scolastico di proprietà comunale, “Giuseppe Mazzini”, al Ministero della Cultura. Per chi volesse approfondire, la relazione integrale è consultabile qui di seguito.
Sabino D’Aulisa © Canusium Chronicles 1 dicembre 2023

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