Nella prima parte di questo lungo post ho raccontato i cambiamenti epocali che la pandemia da Coronavirus ha portato nel mondo del lavoro con l’incremento esponenziale dei lavoratori da remoto. Questa crescita ha generato nuove opportunità per quei territori che hanno saputo creare ecosistemi in grado di semplificare la vita di chi lavora lontano dal suo datore di lavoro. Ovviamente smart workers e nomadi digitali non sono la stessa categoria di lavoratori ma in questo momento è utile accomunarli per semplificare il racconto.
Indice dei contenuti
- Le esigenze degli smart workers
- Benidorm: un caso di scuola
- Un’idea di futuro per Canosa
- Trasporti
- Accoglienza
- Aggiornamento
“Il lavoratore da remoto è per definizione una persona che utilizza le tecnologie digitali per svolgere la propria attività professionale a distanza e da luoghi diversi rispetto a quelli che sono i tradizionali spazi di lavoro, come uffici e sedi aziendali, oppure a distanza rispetto a dove si trovano i propri clienti e/o collaboratori.” (cit. nomadidigitali.it)
Le esigenze degli smart workers
Costo della vita conveniente, clima da mite a caldo e, soprattutto, internet veloce sono le necessità imprescindibili per i lavoratori da remoto. Un plus è dato da una storia locale importante da scoprire, facilità di collegamento con destinazioni nazionali ed internazionali. Infine la presenza di altri smart workers è un’attrattiva irresistibile per fare networking e sviluppare nuove idee.
Benidorm: un caso di scuola
L’estrema rapidità con la quale aumentano i lavoratori da remoto ha scatenato una sorta di accesa competizione tra le diverse nazioni che puntano ad ospitarli. Un caso di scuola è rappresentato dalla Visit Benidorm Foundation, Fondazione di promozione della nota località balneare spagnola che ha creato un progetto specifico per farne, entro il 2025, una città attrezzata per soddisfare le esigenze dei nomadi digitali e dei remote workers. Tra le tante iniziative messe in campo, una è stata particolarmente brillante: ad ottobre 2020 alcuni nomadi digitali e lavoratori da remoto sono stati invitati a visitare la città. Da questo incontro è nato un confronto per individuare esigenze e servizi indispensabili per questi professionisti in rapporto allo stato dell’arte e a quanto sarà necessario implementare per rendere Benidorm davvero attrattiva.

Sono tante, nel mondo, le località in competizione, Nomad List riporta le più gettonate dai nomadi digitali. La maggior parte di queste destinazioni si trova in Portogallo, Spagna, Indonesia, Messico, Brasile: sembra il catalogo di un’agenzia viaggi che propone mete esotiche; al contrario è la dimostrazione che la capacità di intercettare il fenomeno ha permesso di accumulare un vantaggio competitivo importante. Restringendo la ricerca all’Italia, appaiono 26 località, le principali città d’arte, poche destinazioni al Sud e una tra queste è Bari: più avanti vedremo perché. Ma i numeri in rapida espansione permettono a nuove mete di potersi inserire in questa classifica avendo idee chiare e rapidità di esecuzione.
Un’idea di futuro per Canosa
… clima, costo della vita abbordabile, cultura… sembrerebbero le prerogative base per fare di Canosa una meta ideale per attrarre queste persone, in realtà, per la maggior parte, molto più stanziali di quello che una certa narrativa stereotipata vuol far credere.
Naturalmente queste tre caratteristiche, per quanto importanti, da sole non bastano a creare un ecosistema attrattivo, è quindi più opportuno soffermarsi sugli elementi di criticità, partendo dalla mancanza di uno spazio di coworking. Sembra paradossale ma, nel 2021, Canosa non ha ancora uno spazio di lavoro condiviso. Ne sanno qualcosa i tanti nostri concittadini, rientrati a Canosa in smart working nella scorsa primavera – estate, obbligati a lavorare da casa “grazie” all’assenza di una struttura di questo genere. Nei prossimi mesi nei locali comunali della ex Filantropica, nell’Urban Center voluto dall’Amministrazione Comunale, verranno realizzate al suo interno anche delle postazioni di coworking colmando questa lacuna. Inoltre non è possibile poter usufruire di connessioni ad internet, non dico ad alta velocità ma almeno per servizi basilari, nella maggior parte di bar e ristoranti: pochissimi quelli che evidenziano chiaramente questa possibilità. Avere uno spazio di coworking ben attrezzato significa avere un catalizzatore utile a creare occasioni di incontro e di scambio di esperienze tra questi professionisti. Spesso da questi scambi nascono nuove idee imprenditoriali che arricchiscono il territorio, inoltre gli spazi di coworking meglio organizzati, o inseriti in network internazionali, sono degli incubatori di startup. Visitare Impact Hub Bari anche solo on line (ma una visita in loco è caldamente raccomandata) vale più di mille parole.
Trasporti
Qui si tocca un tasto particolarmente dolente. Siamo ad appena settanta chilometri dall’aeroporto di Bari, collegato con importanti destinazioni nazionali ed internazionali, ma è praticamente irraggiungibile con mezzi pubblici, i più utilizzati dai remote workers. Nè va meglio con la stazione di Barletta per i collegamenti ferroviari di Trenitalia. La soluzione potrebbe essere la creazione di uno specifico servizio navetta che possa sopperire a queste difficoltà di collegamento. Anche perché soluzioni di sistema immediate, a questo problema, non se ne vedono.
Accoglienza
In questi anni Canosa ha fatto passi da gigante nel settore dell’accoglienza. Sono nati diversi B&B e la ristorazione si è innovata nel segno della tradizione. Iniziare ad immaginare di proporre lunghi soggiorni a costi sostenibili per tutti, proprietari e ospiti, potrebbe essere uno stimolo importante. Un plus: in Emilia Romagna mi è capitato di soggiornare, per un periodo particolarmente lungo, in un B&B che offriva anche l’uso di una cucina attrezzata di tutto punto e questo ha fatto tutta la differenza del mondo evitandomi di dover andare tutti i giorni a pranzo o cena fuori “casa”. Oltretutto girare tra supermercati e negozi di vicinato di generi alimentari permette di conoscere meglio la cucina locale… a patto di saper cucinare… Infine la possibilità di affittare case ammobiliate a costi inferiori rispetto a Bari o, guardando più vicino, ad Andria o Barletta è un vantaggio che non va sottovalutato. L’imperativo è evitare quelle speculazioni economiche dovute all’improvvisazione che hanno già affossato alcune destinazioni turistiche pugliesi.
Partire dall’assunto che “è più giusto definire i Nomadi Digitali come degli abitanti temporanei, piuttosto che viaggiatori-globetrotter che rimbalzano continuamente da un Paese all’altro” rende più chiaro l’obiettivo da darsi per poterli attrarre.
Perché tutto questo possa realizzarsi è necessario fare sistema ed abbandonare l’individualismo che, negli anni, ha paralizzato lo sviluppo economico di Canosa. Serve un progetto serio, sostenibile, che coinvolga tutta la città.
Naturalmente questi due post sono solo un contributo di idee per far si che Canosa, piuttosto che guardarsi continuamente indietro, inizi a guardare avanti, a vedere dove sta andando il resto del mondo.
(2. fine)
16 dicembre 2021 © Canusium Chronicles
Aggiornamento
Anche Airbnb, portale online che mette in contatto persone in cerca di un alloggio o di una camera per brevi periodi, con persone che dispongono di uno spazio extra da affittare, ha avviato un progetto rivolto ai Nomadi Digitali. L’iniziativa Vivi e lavora ovunque vuole aiutare le realtà locali a diventare i luoghi più desiderabili e adatti ai lavoratori da remoto in tutto il mondo.
“Chiediamo a governi, aziende di promozione turistica e organizzazioni no-profit di tutto il mondo operanti nel settore di unirsi a noi nel quadro del programma “Vivi e lavora ovunque”. Con il supporto di Airbnb, alcune destinazioni lavoreranno per sviluppare un’infrastruttura sostenibile per il lavoro da remoto che tenga conto anche dell’ambiente esistente, oltre alle esigenze e le priorità della gente del luogo. Parallelamente, Airbnb creerà una landing page online su misura per la località, uno sportello unico per gli aspiranti lavoratori da remoto che mostrerà ogni destinazione partner. Questa pagina web verrà promossa da Airbnb, in collaborazione con l’ente locale.”
Il 27 maggio scorso si è chiusa la call per partecipare al progetto. Nei prossimi mesi verranno rese note le località he con il supporto di Airbnb lavoreranno per rendere quei luoghi appetibili dai lavoratori da remoto.
9 luglio 2022 © Canusium Chronicles
Del tema continuo a parlarne in “Canosa non è un paese per giovani professionisti digitali” in cui racconto del cambio di destinazione d’uso dei locali dell’ex Filantropica destinati, nei piani della nuova Amministrazione Comunale, per delle attività a sostegno dell’occupazione che non prevedono spazi di coworking.
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