Nell’ultimo mese, tra i tanti, ho letto alcuni articoli sul tema del nomadismo digitale in Puglia. Chi segue con assiduità questo blog sa che di questo tema, e dell’impatto che potrebbe avere sullo sviluppo di Canosa, me ne sono occupato in due post “Canosa tra passato presente e futuro #1” e “#2”. Si possono leggere qui e qui.
Indice dei contenuti
In quei due post raccontavo dell’impatto economico del nomadismo digitale sui piccoli borghi nel Mondo e di come alcuni comuni italiani si stiano muovendo per intercettare il fenomeno. Raccontavo anche della mancanza di uno spazio di coworking a Canosa, mancanza che sarebbe stata colmata con la realizzazione, voluta dall’Amministrazione Morra, di un Urban Center nei locali dell’ex Filantropica dove era prevista l’installazione di alcune postazioni per lavorare da remoto.
Airbnb a Brindisi
Tornando al tema di questo post, Airbnb il 3 novembre scorso pubblicato sul suo blog un articolo dal titolo eloquente “Brindisi e Airbnb: “patto” per attrarre nomadi digitali” in cui si spiega che Airbnb da una parte promuoverà Brindisi e la sua provincia, in Puglia – individuate quest’estate come uno dei 20 hub mondiali che verranno promossi perché destinazioni digital nomad friendly – come meta adatta per lavorare da remoto per lunghi periodi. Dall’altra, gli Enti Locali introdurranno una serie di agevolazioni per facilitare questo tipo di soggiorni da parte di italiani e stranieri. L’interesse di Airbnb per il nomadismo digitale nasce dai numeri sviluppati dal fenomeno. Scrivevo in “Canosa tra passato, presente e futuro #1” che alcuni studi prevedono un miliardo di nomadi digitali, nel mondo, entro il 2035. Ovviamente queste previsioni stanno spingendo le grandi catene che si occupano di ospitalità ad intercettare questi numeri per creare occasioni di business.
Aliano e Tursi: quando il Southworking fa breccia
Nei giorni scorsi la Gazzetta del Mezzogiorno on line pubblicava un interessante articolo “Aliano e Tursi, il mondo è qui: il southworking per ripopolare i borghi” in cui si racconta che ad Aliano la Randstad ha aperto una sua sede, al pari di quanto fatto in altre regioni del Sud, per cogliere due opportunità: l’importanza per le persone di lavorare dove sono cresciute e hanno gli affetti e il vantaggio per le aziende che possono trovare competenze e professionalità che difficilmente riuscirebbero a intercettare restando ancorate alla propria sede.
Un’altra esperienza di successo nell’ambito del Southworinkg – scrive la Gazzetta del Mezzogiorno – arriva da Tursi, dove l’associazione Tursi Digital Nomads ha trasformato un ex monastero in una base per south workers: all’interno dell’ex convento, ceduto in comodato d’uso gratuito dal Comune, sono stati creati spazi per il co-working. Per accedere all’area co-working bisogna sottoscrivere la tessera annuale dell’associazione no profit. Il costo è di appena 10 euro per contribuire al pagamento delle spese vive. Con 20 euro si può accedere alla postazione di lavoro avendo anche una serie di servizi come la ristorazione, il fitness e accedere ad eventi per il tempo libero. Nell’ex convento c’è spazio anche per gli studenti universitari che qui possono studiare e riposare.

Il WMF a Mattinata
L’ultimo contributo arriva dal Comune di Mattinata dove il 18 novembre scorso è stato ospitato il primo incontro del gruppo di lavoro su “Nomadismo digitale e Comunità intraprendenti”, organizzato dal Web Marketing Festival per Hubitat – la Rete di Hub territoriali su Innovazione e Sostenibilità, da Anima Living Network e dal Centro Studi “Zygmunt Bauman” con il patrocinio della Regione Puglia.
L’incontro ha tratteggiato i punti operativi utili a sviluppare le linee d’azione comuni, coinvolgendo la Regione Puglia e i principali attori di tutto il territorio pugliese, tra cui il Comune di Mattinata in qualità di capofila delle comunità garganiche e come promotore di una progettualità comune a livello regionale, mentre il centro studi “Bauman” entra nel partenariato focalizzandosi sui temi legislativi.
Canosa?
Fin qui quanto sta succedendo in Puglia per attrarre i nomadi digitali. Avere uno spazio di coworking ben attrezzato significa avere un catalizzatore utile a creare occasioni di incontro e di scambio di esperienze tra questi professionisti. Spesso da questi scambi nascono nuove idee imprenditoriali che arricchiscono il territorio, inoltre gli spazi di coworking meglio organizzati, o inseriti in network internazionali, sono degli incubatori di startup.
A Canosa sembra si vada in direzione ostinata e contraria. Con Deliberazione di Giunta Comunale n. 180/2022 la nuova Amministrazione Comunale ha deciso di non procedere alla realizzazione dell’Urban Center in Piazza Vittorio Veneto per candidare i locali ex Filantropica all’avviso pubblico della Regione Puglia POR Puglia 2014-2020 – ASSE VIII – Promuovere la sostenibilità e la qualità dell’occupazione e il sostegno alla mobilità professionale Azione 8.11 – “Interventi volti alla creazione di reti che rafforzano i servizi per il lavoro, aumentando le capacità di intercettare le esigenze del territorio”. In sostanza i locali individuati per la realizzazione dell’Urban Center saranno utilizzati per delle attività a sostegno dell’occupazione della durata di sei mesi realizzate in collaborazione con i partner del progetto.
Il progetto dell’Urban Center “Canosa LAB” strutturato dallo Studio DecimoParallelo Architects, e approvato dalla Soprintenza Archeologia, Belle Arti e Paeaggio per le Province di Foggia e BAT, prevedeva anche delle postazioni di coworking da mettere a disposizione di quei professionisti di Canosa o di passaggio da Canosa che potessero avere l’esigenza di utilizzare spazi comuni per le proprie attività.







Qualche giorno prima con la Deliberazione n. 174/2022 la Giunta Comunale ha stabilito di manifestare interesse all’iniziativa “Giovani in Biblioteca” per la realizzazione di azioni volte a favorire e sostenere la creazione di spazi di aggregazione destinati alle giovani generazioni nei quali promuovere e coordinare attività ludico-ricreative, sociali, educative, culturali e formative, per un corretto utilizzo del tempo libero concedendo, all’associazione proponente il progetto, l’immobile comunale su due livelli, in pieno centro cittadino tra le vie Marconi e Via John Fitzgerald Kennedy, con accesso dalla Via Marconi n. 1A.
Ancora una volta si concedono locali di proprietà comunale per attività poco coerenti con uno sviluppo della Città in direzione del futuro, delle nuove professioni legate al mondo del digitale. Professioni che costituiscono un acceleratore dell’economia per quei territori capaci di creare ecosistemi in grado di semplificare la vita di chi, lavoratore dipendente o autonomo, lavora lontano dal suo datore di lavoro.
Per la modernità, le professioni digitali e i progetti per poter attrarre questi professionisti, prego rivolgersi altrove.
Sabino D’Aulisa © Canusium Chronicles 24 novembre 2022
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