Per CanosaLive mi sono occupato di un progetto rivoluzionario per Canosa: un gruppo di cittadini residenti in una delle zone più degradate della Città si sono industriati per restituire dignità al luogo in cui vivono.

Piazza Tiberia come il resto del Borgo Antico, il Rione Castello nella tradizione popolare, è sempre stata un non luogo da cui allontanarsi, preda di incuria e degrado. Negli scorsi anni pochi illuminati imprenditori hanno scommesso sul Borgo impiantando attività nel settore della ristorazione che con costanza e spirito di sacrificio hanno avuto successo.

Piazza Tiberia com’era © Google Maps

Oggi percorrendo via Orazia, in prossimità di Piazza Tiberia ci si imbatte in due vecchie damigiane verdi, appollaiate su due vignali: sembrano sentinelle di guardia a qualcosa. Proseguendo verso la Piazza, volgendo lo sguardo a sinistra su Salita Purgatorio appaiono altre damigiane affiancate da piante in vaso ed essenze floreali appese in fioriere da arredamento urbano. Entrati in Piazza Tiberia si percepisce immediatamente un cambiamento. La Piazza ha assunto un aspetto diverso: piante, essenze floreali, arredo urbano realizzato riciclando materiali non più usati come, ad esempio, vecchie damigiane o i tipici “fiscoli” (li fischc in dialetto canosino) utilizzati nei frantoi. 

Proprio i fiscoli sono un elemento importante della tradizione canosina, avevano la funzione di diaframma, servivano da filtro, e venivano utilizzati nei sistemi di produzione con torchi. I fiscoli corrispondono al termine dialettale indicante dei canovacci a forma di grossi piattelli, un tempo realizzati a mano, con corde intrecciate e sui quali veniva spalmata la pasta (risultato della macinatura delle olive), per poi essere accuratamente stretti in una torchio per estrarre l’olio. 

Piazza Tiberia ha assunto un altro aspetto, molto più curato e vivibile. È il risultato di un processo di riqualificazione urbana partito dal basso, dai residenti che con il loro lavoro ed una piccola quota pro capite hanno ridato vita ad un angolo del Borgo Antico.

Una bellissima storia di riscatto sociale che ci racconta una artefice di questa piccola rivoluzione: Dora D’Ambra. “Sono nata a Canosa, nel Borgo Antico, e ci ho vissuto per i miei primi due anni di vita, poi con la famiglia mi sono trasferita a Roma. Ci sono tornata sette mesi fa decidendo di comprare casa qui, sul “Castello”, volevo tornare alle mie origini. I primi mesi non sono stati bellissimi, mi affacciavo al balcone e vedevo tutto sporco: immondizia, erbacce, il panorama di un luogo abbandonato a se stesso. Lì ho deciso di darmi da fare, due tre volte a settimana uscivo di casa e armata di scopa, paletta e secchio mi ripulivo tutta la piazza. I residenti storici mi scoraggiavano, mi ripetevano continuamente che l’indomani tutto sarebbe tornato sporco. Io non mi sono mai persa d’animo e, un giorno, due giorni dopo, puntualmente ripulivo tutto. Alla fine “perdevo” cinque minuti della mia giornata ma avevo la soddisfazione di vedere questo luogo pulito. 

Dopo qualche mese i vicini, vedendo questa mia caparbietà, hanno iniziato ad aiutarmi, a collaborare nell’impresa di mantenere pulita la piazza. A quel punto ho lanciato l’idea di rendere queste piazza un luogo degno di noi. La difficoltà più grande è stata, ancora una volta, vincere la diffidenza, il timore di atti vandalici, di furti. Da questa considerazione è nata l’intuizione di riciclare oggetti non più in uso che non avrebbero potuto essere vandalizzati.” 

Alla fine il germoglio di un’idea è diventato il fiore all’occhiello di questo angolo del Castello.

Con l’aiuto di alcune persone che hanno creduto in questa impresa abbiamo coinvolto diciassette nuclei familiari residenti qui. Abbiamo coinvolto amici che ci hanno regalato vecchie damigiane i cui involucri di plastica sono diventati vasi per le piante, anche queste regalate da altri amici. Ci siamo autotassati per 10 euro a famiglia ed abbiamo acquistato delle fioriere e dei supporti per poterli appendere, la terra. Abbiamo speso dei giorni per procurarci tutto il necessario poi abbiamo pulito a fondo tutta la piazza, tagliato le erbe interstiziali ed abbiamo allestito l’arredamento. A lavoro finito, in realtà non è finito vogliamo aggiungere altre cose, tutti sono stati estremamente orgogliosi ed entusiasti. Anzi, la cosa ha suscitato l’interesse dei residenti in altri vicoli e piazzette qui vicino che hanno deciso di seguire il nostro esempio. Pian piano questo Borgo diventerà più accogliente.”

Sono tornato in questo angolo del Castello qualche giorno dopo aver intervistato la signora D’Ambra e girando per le vie adiacenti la Piazza una gradita scoperta: su Salita Calvario sono “apparse” altre fioriere e damigiane e su via Libertà è visibile il work in progress di rigenerazione urbana. Una splendida sorpresa che pian piano sta rendendo uno scorcio della Città più pulito, attraente ed iconico riscattando anni ed anni di abbandono e incuria.

L’auspicio della signora D’Ambra che altri residenti, cogliendo l’esempio di quanto fatto in Piazza Tiberia, adornassero altre vie del Rione con elementi di arredo urbano riciclati, inizia a realizzarsi. Inoltre, grazie al racconto di CanosaLive anche il resto della Città ha conosciuto questa iniziativa e nei giorni scorsi in occasione della presentazione del libro di Gennaro Delli Santi “Canosa – Ritorno al futuro”, a cura di OmniArte.it, i curatori hanno annunciato che “Attraverso la vendita di questo catalogo, con i proventi, sarà donata un’opera d’arte a Piazza Tiberia sul quartiere castello recentemente interessata da un capillare ed encomiabile operato di decoro urbano e di rivitalizzazione.” Infine gli operai del servizio manutenzioni del Comune hanno provveduto a sistemare alcune “chianche” sconnesse che creavano pericolo per i pedoni.

Qualche giorno fa chiacchierando con la signora D’Ambra le avevo detto che questa iniziativa si legava bene con la celebre frase di John Fitzgerald Kennedy che così chiudeva il suo discorso d’insediamento: “Non chiedete cosa può fare il vostro Paese per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro Paese”. La mattina dopo, durante il mio solito giro nella Piazza ho trovato questa cosa qui!

Le fotografie rendono l’idea del lavoro fatto, ma il consiglio è farsi una passeggiata in Piazza Tiberia, magari scambiare due chiacchiere con i residenti per percepire l’orgoglio e la soddisfazione di aver ridato dignità, con tanta determinazione e forza di volontà, ad uno di quei luoghi della Città spesso abbandonati a se stessi.

Sabino D’Aulisa © Canusium Chronicles 5 agosto 2022

2 risposte a “Piazza Tiberia a Canosa: un progetto di rigenerazione urbana partito dal basso.”

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