Nei giorni scorsi ho seguito con particolare interesse il diario di un ragazzo di Canosa, pubblicato su un social network, in cui raccontava il suo lavoro per ripristinare il decoro di un angolo di città.

Per alcuni versi sembra la favola di Don Chisciotte contro i mulini a vento: lui pulisce e il giorno dopo ritrova l’aiuola piena di immondizia, escrementi canini e altra varia espressione della nostra idea di decoro. Lui non si abbatte, ripulisce e ci torna il giorno dopo per pulire ancora.

L’inizio della storia

“Di mia spontanea volontà, per puro amore di decoro e bellezza della mia città, sto ripulendo piccole aree verdi e tratti di marciapiede particolarmente trascurati. – racconta sulla sua pagina social – L’angolo in foto, in particolare, era infestato di erba alta fino al fondo del cestino di raccolta delle feci canine, nonché ricoperto di feci abbandonate a terra, in barba al contenitore lì a pochi passi. Un esempio di inciviltà molto più nauseante delle feci dei nostri amici pelosi. A breve tornerà tutto come prima? Sicuramente. Sono un don Chisciotte che lotta contro i mulini a vento, allora? Non del tutto. Aspettate e vedrete.”

Via Abate Fornari angolo via Pietro Toselli © Canusium Chronicles

Il giorno successivo la scena è questa

Via Abate Fornari angolo via Pietro Toselli il giorno dopo © Canusium Chronicles

E lui commenta così “Ok, io mi sono spezzato la schiena a diserbare e raccogliere i rifiuti da questo angolo, e non voglio nessuna ricompensa. Anzi, rifiuto categoricamente qualunque ricompensa perché ho intrapreso questa azione in piena autonomia, e la sola vista di Canosa pulita mi ripaga di ogni fatica. Però, ecco, diciamo che il Comune potrebbe fare qualcosina, ma proprio qualcosina in più, ad esempio svuotare con regolarità il bidone delle feci canine, che oggi tracima di rifiuti sul marciapiede. Giusto questo, eh.” 

L’aiuola di via Imbriani

Qualche giorno dopo inizia a raccontare la pulizia dell’aiuola in via Imbriani. “Due ore di zappa, una rastrellata dolce, una spazzata dei marciapiedi circostanti dai rifiuti, poi la spalata dei rifiuti nel bustone. Dopo che ieri ero passato solo a togliere i bisogni canini, oggi ne ho trovato di nuovi, togliendoli ancora. Domani ne troverò di nuovi, così come nuovi rifiuti di plastica. E io li toglierò ancora. E sarà così ogni giorno. Niente di nuovo sotto il sole, la cosa non sorprende. Finché sarò a Canosa, però, ogni giorno pulirò, perché lo sporco chiama sporco, e la pulizia chiama al rispetto della pulizia. Sono sicuro che qualche inquinatore si metterà la mano sul cuore e capirà, perché esistono persone buone, le ho incontrate personalmente, e non tutte le persone sono luride guastatrici del mondo impenitenti.”

Sabato 23-3-2024, ore 8:45 : PULIZIA DELL’AIUOLA IN VIA ABATE FORNARI COMPLETATA.

12 giorni netti di lavoro, circa due ore e mezza ogni giorno. Spalata della montagna di feci canine. Rastrellata dei rifiuti di plastica, vetro e carta. Zappata totale per sradicare l’erba selvatica. Radunata delle erbacce in mucchi. Spalata dei mucchi nei bustoni per macerie. Smaltimento di questi ultimi presso l’isola ecologica dell’ex mattatoio (ancora in corso, siate clementi e pazienti, è la parte in assoluto più faticosa, perché caricare i sacchi in auto mette a dura prova la mia schiena). Infine spazzamento di tutti i marciapiedi circostanti dalla terra caduta e dai rifiuti abbandonati ogni giorno da persone purtroppo incivili e loro raccolta in bustoni.

Non pochi soldi spesi per acquistare vanga, zappa, rastrello, scopa di saggina, guanti da lavoro, bidone con ruote, innumerevoli rotoli di bustoni per macerie, benzina per recarmi all’isola ecologica. Tantissime persone splendide mi hanno fatto un complimento, mi hanno detto una parola di incoraggiamento, mi hanno ringraziato: tutto carburante per continuare a lavorare, nonostante ogni giorno comparissero nuovi rifiuti di animali e di esseri (dis)umani. Perché Canosa è questa: una maggioranza di persone buone, empatiche, civili. Molte altre hanno provato a scoraggiarmi con parole di mesta rassegnazione o, peggio, sciroppandomi ragionamenti su come si pratica il volontariato un po’ distorti e disonesti intellettualmente. 
MA ESSI SONO UNA MINORANZA, anche se purtroppo fanno più danni della bontà e della civiltà della minoranza. Come sempre un albero che cade fa più rumore di una foresta che cresce. Ma ad essi non vanno dati ascolto e visibilità, vanno ignorati. Bisogna concentrare tutta l’attenzione e tutte le energie su chi ha volontà e forza di fare del bene.


Domani l’aiuola sarà di nuovo sporca? 
È scientificamente sicuro. Ogni giorno di lavoro trovavo nuovi rifiuti dopo che il giorno precedente avevo tolto i vecchi.
Sono comunque fiero di me stesso e contentissimo del risultato? 
Altrettanto sicuramente. Potranno di nuovo renderla una discarica, ma per qualche giorno quell’area sarà bellissima e pulita. Adesso ho la consapevolezza di avere il potere di creare bellezza. E se anche una sola persona – conclude – vedendo l’area pulita, sentirà la sua parte migliore risvegliarsi, e decidere di non sporcare più, la vittoria sarà raddoppiata.”

Un esempio di cittadinanza attiva

La storia per il momento finisce qui. Sarà interessante vedere quanto durerà. Resta un bell’esempio di cittadinanza attiva. Un esempio da seguire: è molto semplice lamentarsi di tutto e di tutti ma spesso basterebbe dedicare un pò del proprio tempo per migliorare le cose. Un esempio sicuramente più educativo del vuoto hashtag tanto di moda in questi giorni.

Sabino D’Aulisa © Canusium Chronicles 3 aprile 2024

P.S. per sua espressa volontà non pubblico il nome del protagonista di questa bella storia.

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