Il 7 novembre 1980, esattamente 40 anni fa, uscì il primo album live degli Eagles, alfieri del suono della West Coast ed una delle più celebrate band americane.
Un doppio vinile che suscitò notevoli polemiche a causa dell’uso smodato di overdubbing che lo caratterizza e che dette la stura a diverse ironie. Don Henley e Glen Frey vivevano rispettivamente a Miami e Los Angeles e, in un epoca in cui internet non esisteva ancora, fu la FedEx ad assicurare la consegna dei nastri delle “correzioni” delle armonie vocali e delle basi musicali, che venivano registrate tra la East Coast e la West Coast, diventando così protagonista della registrazione dell’album.
Per le tante sovraincisioni, del resto non ci si poteva aspettare qualcosa di diverso da maniaci della perfezione del suono come gli Eagles, questo disco non è considerato una pietra miliare ma è sicuramente un gran greatest hits di una band che ha scritto la storia del rock.
L’album fu registrato in due eventi diversi, cinque pezzi risalgono all’ottobre del 1976 quando in formazione c’era ancora, al basso, Randy Meisner, mentre gli altri brani vennero registrati nel luglio del 1980 a Santa Monica e Long Beach quando Meisner era già stato sostituito da Timothy B. Schmit.
Il disco si apre, e non poteva essere diversamente, con il loro più grande successo, Hotel California, dall’omonimo album che fu una pietra miliare diventando uno dei dischi più venduti della storia del rock con oltre 32 milioni di copie vendute in tutto il mondo. La canzone, raccontò Glen Frey Henley, fu ispirata dalla constatazione che gli hotel fossero diventati “letteralmente e simbolicamente un punto focale nelle loro esistenze dell’epoca” dominata dai viaggi da una tappa all’altra dei loro tour.
Saltando la seconda traccia, Heartache Tonight, si arriva al pezzo che chiude il primo lato del primo disco, I Can’t Tell You Why dall’album The Long Run, ultimo album in studio prima dello scioglimento della band, che mantenne la prima posizione nella Billboard 200 per nove settimane e vendette oltre 7 milioni di copie. Un lento di grande atmosfera, ballatissimo in tutte le discoteche del mondo, quando in discoteca si ballavano ancora i lenti!
Nel secondo disco spicca, ma sono gusti personali, Wasted Time dove la voce sofferta di Don Henley, accompagnata da uno splendido intreccio di piano e archi, racconta la fine di un amore. Un brano struggente che contribuì al grande successo di Hotel California.
Tra i tanti brani celebri che hanno reso immortale la band, c’è anche Desperado, manca One of These Night, la loro prima hit a raggiungere la prima posizione nelle singles charts, ma sono sfumature. Di quell’album, il primo disco degli Eagles ad aver venduto milioni di copie in tutto il mondo, c’è invece Take it to the Limit una ballata orchestrale, con la maestosa voce solista di Randy Meisner in grande evidenza. Una canzone che risponde anche alla paura d’invecchiare con una provocazione: “take it to the limit one more time”, raggiungi il limite ancora una volta.
In definitiva un gran bel disco che va ascoltato per intero o, per chi ha la fortuna di possedere il vinile, interrotto solo per girare i dischi sul piatto.
7 novembre 2020 | © Canusium Chronicles
Tracking List
Disco 1
Lato A
- Hotel California 6’55”
2. Heartache Tonight 4’35”
- I Can’t Tell You Why 5’24”
Lato B
- The Long Run 5:35
5. New Kid in Time 5’45”
6. Life’s Been Good 9’38”
Disco 2
Lato C
7. Seven Bridges Road 3’05”
8. Wasted Time 5’40”
9. Take It To The Limit
10. Doolin-Dalton (Reprise II) 0’44”
11. Desperado 4’04”
Lato D
12. Saturday Night 3’55”
13. All Night Long 5’40”
14. Life In The Fast Lane 5’10”
15. Take It Easy 5’20”