Sei anni fa, il 4 gennaio 2015, ci lasciava improvvisamente Pino Daniele cantautore, musicista e compositore tra i più grandi che la musica italiana abbia conosciuto.

Scegliere una o più canzoni del suo vasto repertorio per ricordarlo è impresa improba oltre che soggettiva. Ognuno di noi ricorda diverse canzoni sulla base delle emozioni date in un particolare momento, che differiscono da persona a persona.

Lo ricordo invece con un momento di grande televisione, come oggi non se ne vede più, in cui Pino Daniele era protagonista insieme ad altri due grandissimi personaggi: Gianni Minà e Massimo Troisi.

Nel 1992 in una puntata di “Alta Classe – Voglio vivere così” in onda su Rai1, Gianni Minà riunì in studio Pino Daniele e Massimo Troisi dando vita ad un gran pezzo di storia della televisione italiana. Qui Pino Daniele, sul palco, si esibisce in uno dei suoi brani più belli.

E qui Massimo Troisi burla Minà sulla sua agendina telefonica.

Ai più potrebbe sembrare una semplice gag televisiva in realtà Gianni Minà è, insieme a Enzo Biagi, il più grande giornalista italiano, famoso per avere intervistato tutti i grandi della Terra grazie alle sue importantissime relazioni personali e alle sue famosissime agende che raccoglievano i più incredibili numeri di telefono. Questo suo racconto vale più di mille mila parole:

“Era il 1982, c’era Muhammad Ali in Italia, l’avevamo fatto venire per “Blitz”; a quei tempi ci permettevamo questi lussi su Rai Due.

Un giorno uscii di casa per andare a prendere Muhammad all’ hotel Hilton e portarlo a pranzo e in quel momento squillò il telefono; era Robert De Niro che in quel periodo si trovava a Roma e voleva evitare ogni tipo di assembramento o contatto con la gente. Gli dissi che sarei andato a pranzo con Muhammad Ali e lui rispose: “Vai a pranzo con Muhammad Ali e non mi inviti?!” e allora gli dico: “va bene vieni anche te”.

Passa neanche un minuto e risquilla il telefono, rispondo e dall’altra parte sento: “Ma allora tu sei un figlio de na….Ma come? Io devo parlare con Bob di lavoro e lui dice che deve andare a cena con te e Ali. E a me nun me porti? “Era Sergio Leone…gli dissi: Vieni anche te, andiamo da “Checco er Carrettiere”.

Ero pronto per uscire di casa finalmente, ma risquillò il telefono nuovamente ed ero indeciso se rispondere o meno. Alla fine risposi e dall’altra parte una voce disse: “Ora tu dirai che sono un figlio di puttana”. Era Gabriel Garcia Marquez, futuro premio Nobel della Letteratura. Gli Dissi: “Eh perche saresti un figlio di…” E lui: “Perchè sono alcuni giorni che mi trovo a Roma e quindi sono un figlio di… perchè non ti ho chiamato. Però anche tu lo sei; vai a pranzo con Muhammad Ali e non me lo dici? E’ il sogno della mia vita. “Gli dico: “Vieni pure anche tu”.

E così tavolo per cinque. Fu Sergio Leone a proporre di prenderlo da “Checco er carrettiere”. Era la trattoria dove si era sempre sentito a casa. Checco e Leone, insieme a Ennio Morricone, si erano conosciuti alle elementari, alla Scuola dei Fratelli Cristiani, e avevano condiviso la loro infanzia trasteverina sulla scalinata di Viale Glorioso. Mezz’ora dopo ci ritrovammo tutti insieme da Checco er Carrettiere. Passammo l’intera serata a fare domande a Muhammad sulla sua carriera e sui suoi match. Ci raccontò tutto. Io, De Niro, Marquez e Sergio Leone ascoltavamo: eravamo tornati tutti bambini. Fu una giornata indimenticabile… Finito il pranzo ci “misero” in riga davanti a un muro dove fu scattata la foto che diventò un pezzo di storia della cultura del Novecento.

Gabriel García Márquez, Sergio Leone, Muhammad Ali, Robert De Niro e Gianni Minà nel ristorante Checco er carettiere, a Roma nel 1982 © Gianni Minà

4 gennaio 2021 | © Canusium Chronicles

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