Nei giorni scorsi è scoppiato lo scandalo dei consiglieri regionali pugliesi che nell’ultima seduta di Consiglio, prima delle ferie estive, si sono regalati, all’unanimità, il TFR: Trattamento di Fine Rapporto indicato come “Assegno di fine mandato”.

La reintroduzione dell’assegno è stata approvata in una calda giornata di luglio grazie ad un emendamento nascosto all’interno del provvedimento n. 222 “DDL n. 142 del 23/06/2021 “Riconoscimento ai sensi dell’art. 73 comma 1 lett. e) del d. lgs. 23 giugno 2011, n. 118 della legittimità di debiti fuori bilancio relativi a servizi afferenti l’Avvocatura Regionale e variazione al bilancio di previsione Sedicesimo provvedimento 2021 (DFB Avv.to Guglielmi)”. Cercarlo tra gli atti del Consiglio non è impresa semplice: dalla pagina del Consiglio Regionale della Puglia occorre passare il mouse su attività e cliccando su Sedute dell’Assemblea si entra nella pagina degli atti del Consiglio Regionale: qui (conoscendolo, altrimenti è necessario guardarli tutti) bisogna cliccare sul numero del provvedimento e si apre la pagina dei lavori del Consiglio. Scorrendo la pagina si giunge finalmente a “Lavori del Consiglio” e cliccando su emendamenti approvati, a pagina 12 l’ultima, si trova il documento approvato.

Consiglio Regionale della Puglia: emendamento assegno di fine mandato

L’emendamento, primo firmatario il Capogruppo del PD, Filippo Caracciolo, è sottoscritto da tutti i capigruppo consiliari, sia di maggioranza che di opposizione, particolarmente attenti a tutelare le loro personali finanze.

A questo punto occorre fare un salto indietro ai primi mesi della seconda consiliatura Emiliano quando quattro consiglieri regionali sui cinque eletti con la candidata presidente Antonella Laricchia, del Movimento 5 Stelle, decidono di sostenere la maggioranza guidata dal Presidente Emiliano ottenendo l’assessorato al Welfare con Rosa Barone e la delega al Turismo per la capogruppo Grazia Di Bari. Resta all’opposizione la consigliera Laricchia che, qualche giorno dopo l’approvazione del provvedimento, fa esplodere la bomba con un post su Facebook.

Antonella Laricchia su Facebook

Ne parlano tutti i giornali e monta la protesta dei pugliesi e non solo. Per arginare le critiche i protagonisti della votazione si auto assolvono con misere giustificazioni che vanno dal così fan tutti (dunque mal comune mezzo gaudio) a i lavoratori sono tutti uguali compresi i consiglieri regionali fino ad arrivare a un’insensata giustificazione dei pentastellati di maggioranza che promettono di inserire nella quota delle restituzioni a favore della collettività, anche parte dei proventi del TFR omettendo di dire che comunque una quota resterà nelle loro tasche. Silenzio assoluto dalla Presidente del Consiglio Regionale, Loredana Capone.

La nuova legge è retroattiva, a far data dal 1° gennaio 2013, pertanto ne beneficeranno anche i consiglieri regionali trombati e non rieletti nel 2015 e nel 2020 che diventano così dei perdenti di grande successo… economico!

E’ retroattiva dal 1° gennaio 2013, in quanto nel 2012, governatore Nichi Vendola, il Consiglio votò l’abolizione dei vitalizi e abolì l’istituto dell’assegno di fine mandato con decorrenza, appunto, dal primo gennaio 2013. Con il provvedimento del 27 luglio scorso questo norma di buon senso è stata superata, pertanto si ritorna all’antico senza soluzione di continuità.

Stando alle prime stime il costo per noi pugliesi si aggira complessivamente sui quattro milioni di euro che, in un periodo come questo caratterizzato dai pesantissimi strascichi economici causati dall’emergenza sanitaria, avrebbero potuto essere utilizzati in misure di welfare per i più bisognosi a meno di non annoverare i consiglieri regionali pugliesi tra i bisognosi di misure a sostegno del loro lauto reddito, peraltro, non intaccato dagli effetti dovuti alla pandemia.

Tra le tante reazioni negative ne segnalo due: la prima del Presidente di Confindustria Puglia, Sergio Fontana, durissima nei toni e nei contenuti, la seconda di Nicolò Andreula economista, consulente strategico e docente universitario pugliese che, dopo aver lavorato in Italia e all’estero, da pochi mesi ha deciso di tornare in Puglia, eleggendo Bari come sua nuova base professionale. Dalle sue parole si evince tutta la delusione di chi, tornato nella sua terra con grande entusiasmo, si trova di fronte a simili decisioni politiche.

Nicolò Andreula su Instagram

Ultima annotazione: non sono particolarmente addentrato nelle dinamiche del bilancio regionale pugliese ma credo che, così come per altri Enti come ad esempio Comuni e Province, i provvedimenti di spesa approvati in Consiglio debbano essere preventivamente valutati dal Collegio dei revisori dei Conti. Sul sito non ne ho trovato traccia ma sarei curioso di leggere il loro parere.

8 agosto 2021 © Canusium Chronicles

Aggiornamento

Il 21 settembre, all’unanimità, i consiglieri regionali pugliesi dopo una lunga discussione in Aula hanno abrogato l’emendamento che reintroduceva il trattamento di fine mandato. Con il voto su un emendamento presentato dal Gruppo Consiliare di Fratelli d’Italia, si chiude una bruttissima pagina della politica pugliese.

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